ELFO PUCCINI: UN FOCUS SULLA NUOVA SCENA PUGLIESE

  • UN FOCUS SULLA NUOVA SCENA PUGLIESE

Per due settimane si accendono le luci sulla vetrina Puglia in scena a Milano, una scelta di proposte rappresentative delle poetiche e del percorso teatrale delle migliori compagnie pugliesi. Il programma articolato su due sale, Bausch e Fassbinder, comprende quattro titoli di altrettante compagnie il cui lavoro sta diventando man mano bene comune nazionale.
Aprono la rassegna Else della compagnia Bottega degli Apocrifi e Guerra della Compagnia del Sole (22-27 gennaio). Il primo rimette in vita La signorina Else di Schnitzler, partendo dallo spazio interiore della protagonista, che moltiplica attorno a sé personaggi e stati d'animo, rendendo visibile un popolo intero. Così nasce la tessitura di un coro per cinque corpi e voce sola, che parlano la lingua della danza e del tiptap da avanspettacolo, seguendo l'andamento dei pensieri della giovane donna. In Guerra, lo svedese Lars Nòren prova a raccontare cosa accade quando un conflitto finisce e arriva la tanto sognata pace. Una famiglia cerca di lasciarsi alle spalle tutte le ferite aperte: danni collaterali, è la definizione con cui si licenzia tutto ciò che resta e spesso non ha voce. Mai retorico, sempre essenziale, lo spettacolo regala un finale commovente e catartico: anche dal punto più basso, dalla caduta più rovinosa ci si può alzare.
Furie de sanghe di Fibre Parallele e Lenòr di Diaghilev Teatro sono gli altri due appuntamenti della vetrina pugliese (29 gennaio - 3 febbraio). Impostasi ormai all'attenzione di critica e pubblico, dopo il successo della passata stagione in sala Bausch, Fibre Parallele indaga le responsabilità personali legate indissolubilmente a quelle collettive e l'omertà che copre delitti antichi e nuovi. L'azione si svolge nel profondo sud, archetipico e infelice, in una terra difficile e dura dove i rituali famigliari si fanno claustrofobici ed esasperati fino a diventare veri riti tribali o a esplodere nella violenza. Lenòr è Eleonora de Fonseca Pimentel, una delle prime donne giornaliste in Europa, portoghese d'origine, napoletana d'adozione, nasce da un racconto di Enza Piccolo e dalle voci di tanti illustri ammiratori. Un esempio di "teatro civile" che dà corpo, voce e forza emotiva alle vite di uomini e donne da ricordare, un'esistenza esemplare, appassionata e faticosa, che ci parla ancora oggi, con grande forza, di libertà e giustizia, di amore e dignità.

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